C’è il percepito rappresentato dai sintomi del paziente e la realtà rappresentata dalla sua prognosi

MARCO METRA
Cardiologia, Dipartimento di Specialità Medico-Chirurgiche, Scienze Radiologiche e Sanità Pubblica Università di Brescia

Firenze, 17 marzo 2018
Intervista a cura di Paola Luciolli

Il paziente con scompenso cardiaco viene tendenzialmente trattato in base alla sintomatologia, ma a tutt’oggi ci si dedica ancora troppo poco al paziente cronico. Di fatto – ci spiega Marco Metra (Cardiologia, Dipartimento di Specialità Medico-Chirurgiche, Scienze Radiologiche e Sanità Pubblica, Università di Brescia), che abbiamo incontrato a Firenze durante il congresso “Conoscere e Curare il Cuore” 2018 – il paziente ambulatoriale porta con sé il carico di una prognosi severa e di una elevata mortalità. La terapia dovrebbe quindi focalizzarsi sulla prevenzione degli episodi di scompenso cardiaco acuto e dovrebbe essere ottimizzata già nel paziente con condizioni cliniche apparentemente stabili.

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